Quand s'eri prisonee 

Occorre coltivare un dovere della memoria che si traduca in una rinnovata ampia assunzione di responsabilita’ per la difesa dei valori di democrazia,liberta’ e giustizia come fondamento del nostro patto costituzionale e garanzia irrinunciabile di crescita politica,culturale e sociale anche per le nuove generazioni”. E’ una frase del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, contentua in un messaggio inviato al Presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna. 

E’ una frase che bene esprime anche il senso del nuovo lavoro della Compagnia teatrale Impara l'Arte.

 Il Presidente della Repubblica evidenzia una cosa molto importante: il ricordare gli eventi passati, l’esercizio della memoria non è un’opzione, qualcosa che si può fare a seconda delle convenienze o delle voglie. No, l’esercizio della memoria è un “dovere” ineludibile per un popolo, una nazione, che vogliono continuare nel solco di una storia ed una tradizione democratica ed evitare la ripetizione degli errori, a volte tragici, del passato.

La libertà, la giustizia, l’eguaglianza, l’equità sociale, le leggi democratiche, la pace, non sono valori acquisiti una volta per tutte, ma vanno costruiti e difesi quotidianamente.

Vi è addirittura un intero popolo, quello ebreo, che ha fatto e fa del dovere della memoria una ragione vitale della propria esistenza.

Dice il regista, Bruno Montrasio: "Sono queste le basi che mi hanno guidato nella stesura del testo, nel quale mi sono fatto aiutare ed ispirare da alcune testimonianze, racconti, scritti, di cittadini monzesi che hanno vissuto in prima persona le drammatiche vicende della Seconda Guerra mondiale e della deportazioni in campi di prigionia tedeschi.

Attraverso questi brevi “dialoghi notturni” tra due prigionieri in un campo di concentramento, ho cercato di ricordare le esperienze di questi nostri concittadini e dei molti altri che furono coinvolti in simili situazioni, e di rimarcare gli stati d’animo che si agitano in una persona costretta, suo malgrado, a vivere un’esperienza degradante, illiberale, pericolosa e così vicina alla morte.

Sono stati d’animo, situazioni, violenze, prevaricazioni del più forte contro il più debole che purtroppo continuano ad esistere ancora oggi in molte parti del mondo e dalle quali neppure il nostro Paese ne è esente.

Ora, chi ci ha preceduti, chi ha vissuto in prima persona quei tragici eventi, se ne sta andando da questo mondo per evidenti ragioni anagrafiche.

A noi il compito di raccogliere il testimone, di correre la nostra buona frazione di corsa nel solco della memoria, per poi passarlo alle giovani generazioni, cercando di portar loro in dote un mondo più libero ed una società più giusta".

Interpreti
Deportato Antonio Sala
Deportato Giampiero Teruzzi

 


 

Regia Bruno Montrasio
Tecnici audio e luci

Alessandro Furlan, Dario Marini, Stefano Valsecchi,

Lorenzo Confalonieri, Vittorio Lembo

Trucco Rachele Villa, Donata Montrasio
 

 

 

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